di Mons. Antonio Interguglielmi – Direttore delle Confraternite di Roma
Chi è per me Gesù? Questa domanda ce la dovremmo fare spesso!
Come fanno gli apostoli nel Vangelo di Matteo di questa domenica, anche noi siamo però portati a dare
risposte generiche, quelle che ricordiamo del catechismo, forse anche con significati teologici
interessanti…ma queste definizioni possiamo leggerle sui libri o cercarle in internet…
La domanda è un’altra: “Chi è per te, personalmente, Gesù”. Che rapporto hai con Lui? Hai conosciuto la sua
presenza? Lo cerchi durante il giorno? Pensi a Lui….? Oppure rimane un’idea astratta, una convenzione, una
tradizione. Questo non significa conoscere Gesù.
Perché per poter dire come Pietro “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, è necessario averlo
sperimentato concretamente, aver visto che quando lo hai chiamato, ti sei affidato a Lui, hai potuto vedere
che Lui c’era, che agiva nella tua vita.
Questa esperienza è la Gioia più grande: “Beato sei tu Simone”.
Ed è un dono di Dio: “né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato – risponde Gesù alla professione di fede
di Pietro – ma il Padre mio che è nei cieli”.
Questo dono immenso, che è la fede, lo riceve chi lo desidera, chi lo chiede, chi si affida alla Parola di Gesù
e cerca di compierla, non con le sue forze, ma come una Grazia che viene dal Cielo, rivelata da Cristo.