FESTA DELLA MADONNA DE NOANTRI

Alle Consorelle ed ai Confratelli.

In occasione della festa della Madonna de Noantri la nostra Confraternita ha l’obbligo di partecipare alle cerimonie religiose. In modo particolare sabato 21 luglio alle ore 16.30 per la Pontificale e successiva processione, il giorno 29 alle ore 19.30 per la processione terrestre della Madonna fiumarola e il giorno 30 alle ore 6.30 per la Messa e successiva processione di rientro che, ricordo, passerà anche di fronte alla nostra Chiesa di Santa Dorotea.

VIVERE IL VANGELO – Santissima Trinità

878af4972e07916863ae909a162bf74b_XL24.05.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Il dubbio.
Hanno visto la tomba vuota e apparire il Signore risorto, hanno mangiato con Lui, sono stati consolati e incoraggiati…eppure gli apostoli ancora dubitano!
Non dobbiamo scandalizzarci: è la debolezza dell’uomo, la nostra debolezza. Per tanti segni che Dio ci può aver dato della Sua presenza, del suo Amore misericordioso, ancora spesso ci assale il dubbio.

Di fronte ad un fatto inaspettato, forse ad una delusione, ci può assalire il dubbio: non solo chiedendoci “ma se Dio mi ama perché permette questo”, ma anche se davvero è Lui che sta agendo nella storia!

Fa parte del cammino della fede: nel momento del vuoto, della difficoltà, abbiamo bisogno di chiedere al Signore di rimanere saldi, di non farci assalire dalla paura o dallo sconforto. Gesù non si sorprende, conosce bene i nostri combattimenti, li ha provati anche lui nel giardino del Getsemani.

Lì ci ha mostrato la strada: ha sempre rimesso al Padre la Sua volontà.

E allora, come con i discepoli, Gesù ci incoraggia e oggi ripete anche a noi “Non temeteIo sono con voi”.

VIVERE IL VANGELO – Pentecoste

spiritosanto16.05.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Con la Pentecoste che festeggiamo questa domenica si conclude il tempo Pasquale. Cinquanta giorni di festa che ci rammentano che nel Signore siamo chiamati alla festa, alla gioia, alla vita eterna. Perché la tristezza e il dolore che fanno parte di questa vita e spesso accompagnano il nostro pellegrinaggio terreno, non sono la parola finale: noi, nel Signore, con Cristo Risorto, siamo destinati ad altro.

Oggi si festeggia infatti una promessa, un avvenimento: Cristo con il Suo Spirito ci dona una possibilità nuova, la possibilità di rinascere dall’alto, come diceva Gesù a Nicodemo quando lo andava a cercare di notte, per parlare con Lui senza essere visto.

Accogliere questo annuncio significa sperimentare che nella tua vita non tutto è perso: con Cristo può rinascere, si può ricreare quello che tante volte noi stessi abbiamo distrutto con i nostri errori, ciò che non siamo stati capaci di apprezzare o di custodire come avremmo dovuto fare.

Ecco perché Gesù parlando dello Spirito Santo oggi ci dice nel Vangelo di Giovanni “Lui vi darà testimonianza di me”; perché si vedrà nella tua vita l’opera di Cristo: il perdono, la comunione, il rifiorire dei rapporti che pensavi ormai morti e irrecuperabili.

E’ necessario “fare spazio” a questo Spirito, affidare a Lui le nostre ansie e paure, fidarci di Gesù.

Allora, come dice ancora Gesù ai discepoli, e oggi a ciascuno di noi, “sarete voi a dare testimonianza di me”.

VIVERE IL VANGELO – Ascensione del Signore

download10.05.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

“Il Signore agiva insieme a loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”, leggiamo nel Vangelo di Marco di questa domenica, festa dell’Ascensione di Gesù al Cielo.
Anche oggi Gesù continua ad agire nella storia dell’uomo, nella nostra storia e tanti sono i segni della Sua presenza. Quando accogliamo Cristo nella nostra vita, Lui si mostra vivo e agisce attraverso di noi, fa di noi i suoi testimoni: attraverso le nostre azioni mostriamo che Lui è presente, il Suo spirito continua a vivere attraverso di noi.

Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di vedere questi “segni” della Sua presenza, che sono il frutto della fede: il perdono, la misericordia, la capacità di mettere Dio al primo posto, di fare scelte serie per attuare il Vangelo.

Questi sono i segni che ha bisogno di vedere in noi chi non conosce Dio.

Ecco perché Cristo si è incarnato: per non rimanere un’idea, una bella teoria, un raccontino per bambini.

Così, quando Gesù sale al Cielo, due uomini in vesti bianche invitano agli apostoli a non guardare al Cielo: Cristo è salito in Cielo ma il Suo Spirito continua ad essere presente in chi lo accoglie. Quindi, il cuore rivolto al cielo, ma i piedi, la nostra vita, deve risplendere qui in terra.

VIVERE IL VANGELO – VI Domenica di Pasqua

gv-159-17-non-vi-chiamo-pic3b9-servi-ma-vi-ho-chiamato-amici04.05.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Che bello il messaggio di Gesù nel Vangelo di questa domenica! Siamo creati per Amore, salvati da Lui per Amore, fatti per amare: insomma, per essere felici!
Ecco il frutto che Dio aspetta da noi: non ci chiede di essere “giuridicamente” perfetti, dei soldatini che non sbagliano mai, ma di Amare, di donarci! Come Lui ha fatto per noi!
Ma cosa significa Amare?
Se un uomo e una donna decidono di sposarsi e lo fanno convinti che amare significhi soltanto “essere amati” dall’altro, si troveranno presto ad essere delusi, pretendendo ed esigendo dall’altra parte cose impossibili.
Amare significa invece “dare amore”, donarsi all’altro: non pretendere, ma donandoci per primi. E questo vale per tutti i rapporti umani: è questo che ci rende felici, perché non saremo mai felici pretendendo dall’altro, ma Amando noi per primi…
Difficile?
Impossibile, se non incontriamo prima l’Amore di Dio, se non riceviamo questo Spirito da Cristo, perché vivremo sempre con l’aspettativa e la pretesa di ricevere dagli altri un amore che non ci soddisferà mai.
Questo perché l’amore non può essere un’esigenza moralistica, ma solo un dono che riceviamo dall’alto.
E’ l’incontro con Cristo, con il Suo perdono, che ci trasforma, che fa di noi persone capaci di rispondere al suo comando: “Che via amiate gli uni gli altri”.