Con la Pentecoste che festeggiamo questa domenica si conclude il tempo Pasquale. Cinquanta giorni di festa che ci rammentano che nel Signore siamo chiamati alla festa, alla gioia, alla vita eterna. Perché la tristezza e il dolore che fanno parte di questa vita e spesso accompagnano il nostro pellegrinaggio terreno, non sono la parola finale: noi, nel Signore, con Cristo Risorto, siamo destinati ad altro.
Oggi si festeggia infatti una promessa, un avvenimento: Cristo con il Suo Spirito ci dona una possibilità nuova, la possibilità di rinascere dall’alto, come diceva Gesù a Nicodemo quando lo andava a cercare di notte, per parlare con Lui senza essere visto.
Accogliere questo annuncio significa sperimentare che nella tua vita non tutto è perso: con Cristo può rinascere, si può ricreare quello che tante volte noi stessi abbiamo distrutto con i nostri errori, ciò che non siamo stati capaci di apprezzare o di custodire come avremmo dovuto fare.
Ecco perché Gesù parlando dello Spirito Santo oggi ci dice nel Vangelo di Giovanni “Lui vi darà testimonianza di me”; perché si vedrà nella tua vita l’opera di Cristo: il perdono, la comunione, il rifiorire dei rapporti che pensavi ormai morti e irrecuperabili.
E’ necessario “fare spazio” a questo Spirito, affidare a Lui le nostre ansie e paure, fidarci di Gesù.
Allora, come dice ancora Gesù ai discepoli, e oggi a ciascuno di noi, “sarete voi a dare testimonianza di me”.