08.03.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.
Nicodemo è affascinato da Gesù: lui che è un uomo che conosce la vita e il mondo mai ha incontrato qualcuno che parli così al suo cuore. Ma teme di farsi vedere con Lui, lo va a cercare di notte, di nascosto; Gesù, che non si meraviglia di questa sua debolezza, gli svela i tesori della Sua missione. E così nel brano del Vangelo di Giovanni di questa domenica si collega al serpente di bronzo che Mosè innalzò nel deserto: chi lo guardava non moriva dei morsi del serpente, figura e simbolo dell’uomo che guardando Cristo, confidando in Lui, si salva.
Si perché qui è il punto: Cristo viene nel mondo, anche oggi per noi, per salvarci. I suoi Sacramenti, specialmente l’eucarestia, sono l’alimento che ci permette di non soccombere ai continui “morsi” dei serpenti velenosi che assediano ognuno di noi: le nostre debolezze, i giudizi, le invidie, i pensieri malvagi, la tristezza, la mancanza di fiducia…sono quei serpenti che ci mordono e ci tolgono la forza, la voglia di vivere. Ci rendono incapaci di gioire.
Ecco allora che viene la Luce, Cristo, a illuminare queste tenebre, questo buio terribile in cui possiamo facilmente cadere.
Lui è il forte, Lui si è offerto su quella Croce che troviamo nelle nostre Chiese, a ricordarci dove sta la Salvezza e chi solo ci ama senza condizioni.