22.02.2017 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.
Provvidenza: sembra una parola ormai fuori moda, di Manzoniana memoria.
Nel Vangelo Gesù ci invita a guardare alla nostra vita con fiducia, affidarsi al Padre che è nei Cieli, un padre che non si disinteressa dei suoi figli, che li ama e quindi li conosce e sa di cosa hanno realmente bisogno.
Una fiducia che l’uomo che non conosce Cristo e che quindi è incentrato solo su sé stesso non comprende: ecco perché deve sempre difendersi dalla vita, impegnarsi a cercare di accumulare per acquistare affetto e attenzione dagli altri, vive nella paura del domani e perciò è convinto che, di fronte agli inevitabili problemi della vita, potrà solo provvedere con i soldi…
Un uomo solo.
Tutto questo rende la vita triste, dominata dalle ansie e dalla necessità di difendersi da tutto e da tutti: da qui l’avarizia, l’egoismo, la mancanza di attenzione ai bisogni dell’altro, sempre concentrati su noi stessi, in un succedersi di giorni che avvicina solo alla morte.
Incontrare oggi Cristo significa liberarsi da tutti questi “pesi”, cominciare a fidarsi di Lui vuol dire accorgersi che la Provvidenza esiste davvero: scoprire che, come e più degli animali e dei fiori a cui il Signore ogni giorno provvede, Lui ha cura della nostra vita.
Abbiamo un Padre nei Cieli, accogliamolo!
Che il Signore ci aiuti a rinnegare la paternità del denaro e dell’egoismo, che rovinano la nostra vita, ci allontanano dagli altri e ci impediscono di gioire delle meraviglie della vita.